Nuda
e Cruda
L'acqua
nella pentola bolle, scaldando il polsonetto di rame a bagnomaria.
Con la frusta a mano sbatto rapido, in modo rotatorio i tuorli con lo
zucchero, montando piano lo zabaione al moscato, il cui profumo si
diffonde caldo e stuzzicante per la cucina. Tu sei seduta sull'alto
sgabello in legno dello stretto tavolo a penisola, prolungamento a L
dei fuochi che troneggiano al centro della stanza, così possiamo
guardarci e chiacchierare mentre cucino per te. Come sempre sei
completamente nuda. Ormai è più di un anno che ci gustiamo così le
nostre cene, il nostro gioco complice.
Iniziò
con una sfida. Era da parecchio che la nostra amicizia virtuale
impegnava piacevolmente il nostro tempo e avevamo scoperto molto
delle reciproche passioni, affinità e piaceri, tra cui la cucina.
Avevo rimarcato più volte la mia abilità ai fornelli, così fu
quasi scontato che un giorno mi chiedessi di invitarti a cena. In
fondo era da tempo che avevamo deciso finalmente di incontrarci. Ciò
che mi aveva spesso frenato era la consapevolezza che tu fossi più
giovane e, come sapevo, molto bella, forse troppo. Inoltre mi avevi
raccontato spesso del tuo approccio libero alla sessualità e di come
il più delle volte preferissi non rivedere gli uomini con cui
condividevi il piacere.
- Ma se
io cucino per te, tu cosa farai per me? -
Ti
dissi quando l'appuntamento per la nostra prima cena da me era ormai
fissato. Conoscevo il tuo amore per il gioco e sapevo che avresti
colto la mia sfida.
- Tu
cosa vorresti che facessi? -
Rispondesti, con
la tua voce così sottilmente erotica, con quel leggero accento che
le tue origini Magiare conferivano al tuo italiano altrimenti
perfetto.
- Vorrei che
cenassi nuda, completamente nuda -
La tua risata
sottolineò l'apparente follia della mia richiesta. Non ti aspettavi
certo una cosa del genere. Però, come immaginavo, rilanciasti subito
la sfida:
- Ma non potrai
toccarmi, mai. Solo guardare. Solo la cena, le chiacchiere e poi me
ne tornerò a casa. Niente sesso, di alcun genere -
Ovviamente
accettai. L'idea era tropo stuzzicante, unica e pazza.
Lo zabaione
intanto è quasi pronto. Tu mi stai raccontando della tua ultima
scopata. Una donna questa volta. La tua bisessualità è qualcosa che
ho sempre trovato eccitante, così come il tuo modo così naturale,
diretto, privo di malizia o tabù nel narrarmi con dovizia di
particolari i tuoi piaceri. Ovviamente sei perfettamente consapevole
di quanto mi ecciti, mi faccia impazzire. Discorriamo di pompini,
cunnilinguus, sodomie, con la stessa naturalezza con cui parliamo di
musica, libri, film o mitologia, e cucina naturalmente.
Ho ancora in mente
la tua lunga e intensa descrizione del bacio della farfalla. Fu un
paio di mesi fa, durante la cena indiana. Avevo preparato un curry
speciale, miscelato accuratamente per te, dopo numerose prove. Quel
bacio, di cui ignoravo l'esistenza aveva però rapito ogni mia
attenzione. Un bacio leggero, impalpabile dato con le ciglia. Non
posso non immaginare le tue lunghe nere ciglia che si muovo e
sfiorano gli occhi, le labbra, la pelle, e il duro, rosso, eccitato
glande dell'uomo di turno, che magari non riesce nemmeno ad
apprezzarne la sottile meraviglia. Un bacio leggerissimo e
impalpabile, proprio come l'aria di aglio che ho preparato a luglio,
per le alici marinate.
- Aria di aglio? -
Chiedesti stupita
quando, come faccio sempre, ti annunciai il menu della serata appena
entrata in cucina.
- Già, proprio
così. Aria di aglio -
Guardasti
decisamente incuriosita mentre la preparavo, frullando il latte
aromatizzato all'aglio fino ad ottenere in superficie una schiuma
bianca leggerissima, più fine di quella di un cappuccino. Quando la
posai delicatamente sulle alici per poi portarle in tavola mi
dicesti:
- Ma poi il mio
alito saprà di aglio -
E io ridendo:
- Mica dobbiamo
baciarci dopo -
In effetti non ci
siamo mai baciati. Se escludiamo il leggero, rapido bacio sulle
guance che ci scambiamo sempre sulla porta al tuo arrivo e alla tua
partenza, non ti ho mai toccata. Al massimo ho sfiorato le tue dita
con le mie durante i brindisi, sollevando i calici di baccarat,
colmi di un rosso intenso, corposo o di un bianco freddo,
spumeggiante.
Eppure io ti ho
scopata. Ti scopo intensamente e profondamente ogni volta. Io, unico
a farlo, scopo i tuoi sensi, tutti i tuoi sensi.
Scopo il tuo
udito, con lo sfrigolio dei fritti, il gorgoglio del vino nel
decanter e poi nei bicchieri, il crocchiare dei biscotti spezzati dai
tuoi candidi denti.
Scopo la tua
vista, con i colori delle preparazioni, con l'aspetto dei cibi, con i
ricami di cioccolato su una panna cotta o con il verde brillante di
una salsa al basilico su un rosso pomodoro.
Scopo il tuo
tatto, con la fragrante, unta e tiepida focaccia genovese appena
sfornata che ti faccio trovare nel cestino del pane, e che ti guardo
toccare, spezzare e mangiare, leccandoti poi le dita.
Scopo il tuo
olfatto, donandoti profumi sempre nuovi, delicati o intensi,
speziati, profondi o appena percettibili, in una sinfonia di piacere.
E più di tutti
scopo il tuo gusto, la tua lingua, la tua gola e il tuo stomaco,
vellicando il tuo palato con ogni tipo di cibo, in un'orgia di
sapori. Tutto divorando la vista del tuo corpo nudo, offerto, esposto
e completamente indifeso ai miei occhi, ai miei pensieri e fantasie.
Fin dalla prima volta hai indossato la tua nudità davanti a me con
disarmante naturalezza. Sei apparsa alla mia porta come una visione,
una fata di una bellezza che superava ogni mia immaginazione. Subito
mi hai chiesto dove fosse la mia stanza. - Perché - Hai detto - Lo
spogliarello non rientra nel patto -
Infatti ogni
volta, come allora, entri in casa e subito scompari nella mia camera
da letto, per poi apparire nuda, come una sirena che esce dalle
acque. Con i tuoi lunghi capelli neri, intensi occhi azzurri che a
volte sembrano guardare nel profondo dei miei pensieri più nascosti,
piccoli seni, sormontati da grandi, turgidi capezzoli scuri fatti per
essere leccati, baciati e succhiati, lunghissime gambe perfette, che
ho immaginato così spesso strette intorno ai miei fianchi. Con il
tuo culo fantastico, che quando cammini assume un moto ondulatorio
che farebbe impazzire un asceta, i tuoi lunghi sottili piedi, che si
muovono silenziosi sul parquet di legno, con una grazia da modella,
le unghie sempre laccate in tinta con quelle delle tue mani
affusolate, che muovi sempre moltissimo parlando, e la tua fica,
liscia, dalle labbra rosee e dall'odore dolce, come di albicocca.
E ogni volta,
appena te ne vai, torno in cucina ad annusare lo sgabello, sul cui
piano in legno rimane l'odore, il sapore della tua eccitazione e
immancabilmente mi masturbo pensandoti. E' buffo, tu non mi hai mai
visto nudo, io ti vedo vestita per solo pochi rapidi minuti. Ormai
conosco il tuo corpo perfettamente, ogni neo, ogni sfumatura di
colore della pelle, ogni segno, eppure non conosco nemmeno il tuo
vero nome, dove abiti o che lavoro fai esattamente. Questo mistero
ormai fa parte del gioco, del suo piacere, dell'unicità di questo
rapporto dolcemente peccaminoso.
Ecco, lo zabaione
al moscato è pronto. Lo verso nelle due tazze in vetro e lo porto al
tavolo. Mi siedo sullo sgabello di fronte a te e ti porgo la ciotola
di lingue di gatto che ho preparato con gli albumi. E' sempre
tremendamente sensuale guardare le tue labbra, la tua lingua muoversi
mentre mangi. Credo fermamente che ci sia amore tra noi ormai, una
forma nostra, personalissima di amore, disinteressato, senza pretese.
In fondo ciò che desidero è la tua semplice presenza, l'amore pone
spesso troppe domande a se stesso, domande che lo misurano, lo
indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio e riescono
spesso persino a distruggerlo sul nascere. Tra noi c'è solo l'amore
del gioco, della complicità, senza segreti, come una partita a
scacchi in cui non è possibile bluffare, solo giocare e godersene
l'intensità fino alla fine.
Mangiamo e
parliamo, come sempre. Ci raccontiamo la vita, quella vita che si
svolge con le sue regole al di fuori della mia cucina. Qui le regole
sono differenti, semplici. Tu sei nuda, io vestito, io cucino e tu
mangi, e ci riveliamo, così come gli ingredienti delle ricette si
svelano all'assaggio. Tutto in una costante atmosfera di eccitazione.
Tu sai e vedi che sono sempre tremendamente eccitato da te, dalla
nudità del tuo corpo e della tua anima, dai tuoi racconti
peccaminosi, ma io so che anche tu sei eccitata. I tuoi capezzoli lo
rivelano chiaramente, i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo odore. Mi
hai raccontato che più volte tornando a casa hai cercato qualcuno
per farti scopare, per godere. Sconosciuti il cui ricordo sbiadiva al
mattino come nebbia. Noi non faremo mai l'amore proprio perché io
non diventi nebbia, svanendo tra i volti che non contano, così come
svaniscono i cibi mediocri nel ricordo.
E' tardi, come
sempre le ore volano durante le nostre cene.
- Era tutto
buonissimo, come sempre -
Mi dici mentre
entri nella mia camera e chiudi la porta, prima di rivestirti.
- E' stata una
meravigliosa serata, e tu sei bellissima. Come sempre -
Ti rispondo
ridendo. Esci con un tubino nero, tacchi a spillo. I vestiti ora sono
come una maschera, mi sembri quasi un'altra. Nuda in cucina sei mia,
vulnerabile, aperta e complice. Ti accompagno alla porta, il solito
rapido bacio sulle guance e, come sempre, ci sentiremo domani al
telefono. Ti guardo scendere la rampa di scale, e, prima di sparire
nell'androne del palazzo, ti volti e mi sorridi, non un sorriso
malizioso, ma aperto, dolce, affettuoso, accompagnato dalla solita
strizzata d'occhio complice. Poi svanisci nella notte.
In cucina restano
i piatti sporchi e il profumo di te.
Una bella prova di resistenza, io non so se accetterei, non so se mi presterei ad un gioco simile...non mi accontenterei di lasciare solo i miei odori, ecco...;-)
RispondiEliminahahaahah allora ti invito subito a cena ;)
Elimina(però a volte il gioco mentale può essere persino più intenso del piacere fisico)
Concordo, ma è sfiancante.
EliminaIo sono una donna pratica, detesto, ad esempio, i lavori manuali perché sono lunghi, non ho mai preso un paio di ferri o un uncinetto in mano, per non parlare dell'ago e il filo; però so perfettamente come sintonizzare un decoder e regolare il timer della caldaia. A me piace tutto quello che inizia e finisce in tempi umanamente ragionevoli..;-))
beh certamente ha senso proprio se sviluppato con parsimonia...
Eliminama spesso il tempo passato per preparare e curare una buona ricetta consente un risultato poi immensamente soddisfacente ;)
il tempo giusto per ogni cosa è comunque sempre la misura preferibile...
Sara' perche' sono in ospedale e non mi danno un caxxo da mangiare, sara' perche' sono una buona forchetta, sara' anche il lungo periodo da astinenza da sesso, ma......hai eccitato tutti i miei sensi, PROPRIO TUTTI!!!!
EliminaComplimenti.
haahhahaa beh meglio di così...
Eliminaquello di stimolare ogni senso è ciò che aspirerei far sempre...
grazie mille :)
Leggerti è stata un esperienza sensoriale. Bellissimo.
EliminaComprendo il legame assoluto tra e lei, è qualcosa che va al di sopra del piacere fisico, ma che richiede costanza e autocontrollo. Complimenti!!!
bacio
ma grazie, in effetti era un tentativo di mostrare come la mente, la fantasia possano a volte essere altrettanto piacevoli ed eccitanti ;)
Elimina(ricmabio il bacio con piacere)
Il dominio è soprattutto mentale: così io la penso.
RispondiEliminaPoi scaturisce quello fisico.
..
Bè hai dato vita, col tuo racconto, ad una cena alternativa: bell'immagine, bei sapori..belle emozioni :)
tutto scaturisce dalla mente, il corpo segue solo, il piacere senza la mente a guidare è solo ginnastica :)
Eliminagrazie, felice di averti donato qualche emozione ;)
:) un saluto!
RispondiEliminaCiao :)
EliminaGrazie del saluto. Ma potevi dirmi se ti è piaciuto il racconto ;)
A me è piaciuto ....molto
RispondiEliminagrazie :) (molte)
Elimina