martedì 19 aprile 2011

GULFORA





GULFORA



Il sole era tramontato ormai da diverse ore ma la calda notte di inizio estate era illuminata, oltre che dalle lucenti stelle che ricoprivano il cielo totalmente sgombro da nubi, dai candidi dischi delle lune. La grande Isil era in pieno plenilunio, mentre la piccola Ansil avrebbe raggiunto il suo massimo splendore in poche notti.

Le ultime braci del fuoco usato per cuocere la cena stavano lentamente spegnendosi. Due degli uomini si erano già assopiti lì accanto, riparati dietro due mantelletti a ruote posizionati a punta di freccia verso il declivio minore della verde collina, la cui cima sovrastavano.

Degli altri due presenti, uno, la cui croce dorata sulla cappa viola indicava chiaramente la posizione di comandante, si trovava seduto oltre il fuoco, con la schiena appoggiata al tronco morto di un albero annerito da qualche passato fulmine. Al suo fianco erano appoggiate al terreno una corta spada e una balestra pesante, la cui nera freccia incoccata rifletteva lievemente i raggi lunari.

In grembo aveva un lungo, ritorto corno da segnalazione, rivestito da lamelle d'argento e decorato al centro con l'ippogrifo rampante incoronato, lo stesso simbolo che contrassegnava le cappe a rombi viola e verdi dei tre armigeri, che tormentava accarezzandolo nervosamente con la sua mano destra, ornata da un grande anello nobiliare,

L'ultimo era in piedi, appena oltre il limite del piccolo avamposto di guardia. Si appoggiava ad una lunga, pesante alabarda mentre scrutava vigile la valle sottostante, oltre il piccolo rado boschetto che cresceva lungo il lieve declivio della collina.

mercoledì 13 aprile 2011

MANO


La stanza è in lieve penombra, appena rischiarata dalla luce della luna che filtra attraverso la stretta e alta finestra ad arco e da quella di tre candele rosse accese su lungo tripode all'angolo.
Un grande letto a baldacchino in ebano scuro troneggia al centro della grande camera, un mobile di rara bellezza e antichità, peraltro surclassato dalla bellezza dell'algida donna languidamente distesa sulle nere lenzuola di seta.
i nerissimi, lunghi lucidi capelli si confondono con la seta, circondando un diafano viso, forte, imperioso, gli occhi chiusi, forse perduti in dolci sogni di passione, le nere labbra appena socchiuse, quasi un irresistibile invito.
Solo una trasparente, leggera veste in pizzo candido ricopre le sue splendide, rigogliose forme, e il profumo di rose che permea l'intera stanza non basta a coprire l'imperdibile aroma della sua pelle, del suo desiderio.
Ecco così che la mano lenta si avvicina, sfiorando lieve percorre la fredda, delicata seta nera avvicinandosi al suo corpo, finché le dita entrano in contatto con uno dei bianchissimi, delicati, eccitanti piedi di lei.
La donna sussulta appena al tocco, un lieve movimento di contatto tra le gambe tradisce il desiderio, la lingua sfiora rapida le labbra e gli occhi restano chiusi, non vuole perdere la visione di sogno che la sta travolgendo.

martedì 12 aprile 2011

La Corazzata Potemkin



E cos'è che ti piace?”
Erano diversi minuti che aspettavo, quasi spasmodicamente, quella domanda.

Avevo conosciuto Alice solo da alcuni giorni. Conosciuto in verità è una parola grossa, avevo visto per caso la sua foto sul commento che aveva lasciato sulla pagina di una mia amica di Facebook.
Una foto che mi aveva folgorato. Era in piedi, in bikini, un costume rosso estremamente ridotto, su una spiaggia deserta dall'aspetto tropicale, forse caraibico.
Certo la posa era un poco da vamp, probabilmente sollecitata da un fotografo assolutamente privo di fantasia e immaginazione, ma rivelava una ragazza di una bellezza disarmante. Gambe sottili, lunghissime, seno piccolo ma decisamente splendido, collo lungo, e un viso davvero perfetto. Aveva un'espressione insieme virginale e lussuriosa, un volto dolce con occhi dallo sguardo davvero peccaminoso. L'immagine celava poi la promessa di un sedere davvero indimenticabile.
Guardai per un tempo interminabile quella foto, e mi imposi di provare a conoscerla. Si trattava ormai di un proposito irrinunciabile. Decisi però di giocarmela al meglio. Iniziai a monitorare la bacheca della nostra amica comune, in attesa dei suoi commenti, sui quali lasciavo cadere saltuariamente qualche mia arguta o ironica riflessione, finché capitò di scambiarci una serie di battute consecutive. Quello fu il momento di aggiungerla agli amici, amicizia che lei accetto prontamente.
Decisi a quel punto di scoprire qualcosa di più su di lei. Curiosando tra le sue pagine, passioni e preferenze scoprii numerosi riferimenti al cinema, a misconosciuti registi di film muto e, cosa ancora più importante, che anche lei viveva a Milano.